1. La crisi del costo della vita ridefinisce il lavoro in Europa: per molti i salari non tengono il passo

La crisi del costo della vita ridefinisce il lavoro in Europa: per molti i salari non tengono il passo

Natalia Stawiarska
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crisi del costo della vita

Un’indagine condotta su 1.000 lavoratori in Germania, Francia, Spagna e Italia mostra come inflazione, precarietà lavorativa e pessimismo economico stiano cambiando profondamente le scelte professionali e il benessere finanziario in Europa.

Nonostante le differenze nazionali, i lavoratori europei vivono sotto pressione e molti iniziano a perdere fiducia nella promessa che l’impegno garantisca stabilità economica.

Risultati chiave

  • Sostegno al reddito di base universale: il 64% è favorevole alla sua introduzione come risposta a inflazione e instabilità.
  • Reddito vs. inflazione: solo il 18% afferma che il proprio stipendio ha tenuto il passo con l’inflazione. Ogni terzo partecipante (il 34%) dice che non ha affatto tenuto il passo.
  • Tagli e rinunce: il 59% ha ridotto le spese superflue. Uno su quattro (il 26%) ha tagliato anche su beni primari come cibo o utenze.
  • Lavori extra e debiti: l’11% ha iniziato un secondo lavoro per arrivare a fine mese; l’8% ha chiesto prestiti o contratto nuovi debiti.
  • Ansia finanziaria: quasi il 40% prova ansia legata al denaro ogni settimana o tutti i giorni.
  • Crisi della meritocrazia: il 69% dubita che l’impegno lavorativo garantisca sicurezza economica.
  • Paura di licenziamenti e recessione: il 44% prevede più licenziamenti nel 2025, e il 70% è preoccupato per una possibile recessione.
  • Preoccupazioni geopolitiche: il 91% teme che le tensioni globali aumenteranno ulteriormente il costo della vita.

Le preoccupazioni economiche nel 2025

L’inflazione si conferma la preoccupazione dominante: il 59% dei lavoratori europei la considera il maggior problema economico. Le altre grandi fonti di ansia sono, in ordine:

  • L’instabilità politica o globale – 34%
  • Le spese sanitarie o assicurative – 24%
  • L’assenza di risparmi – 23%
  • I costi dell’alloggio – 21%
  • Il timore di perdere il lavoro o di restare disoccupati – 20%

preoccupazioni economiche dei lavoratori

L’inflazione cambia la vita quotidiana

Per far fronte all'aumento dei prezzi, i lavoratori in Europa stanno compiendo scelte difficili e cambiando le proprie abitudini:

  • Il 60% rinuncia a spese superflue (come viaggi o cene fuori).
  • Il 34% rinvia acquisti importanti.
  • Il 26% taglia anche sui beni essenziali (come spesa e bollette).
  • Il 14% vorrebbe riqualificarsi ma non può sostenerne i costi o dedicarvi tempo.
  • Il 5% si trasferisce in una casa più piccola o torna a vivere con i familiari.
  • Il 4% rimanda la decisione di allargare la famiglia.

I lavoratori sono incerti

Il timore di perdere il lavoro si basa su dati preoccupanti:

  • Il 53% potrebbe resistere senza stipendio per un massimo di tre mesi.
  • Il 44% prevede un aumento dei licenziamenti nel corso dell'anno.
  • Per quanto riguarda la recessione, la preoccupazione è alta: è estrema per il 28% degli intervistati e moderata per il 42%.

Il fatto che il 59% degli europei, nonostante tutto, non sia disposto a traslocare per un impiego migliore evidenzia come i legami con la propria comunità e una mobilità limitata possano accentuare le difficoltà economiche.

Cosa significa: la pressione economica costringe molti europei a fare sacrifici concreti e a convivere con un’elevata incertezza. In tanti costretti a tagliare le spese e a posticipare decisioni importanti, sentendosi al tempo stesso impreparati a possibili crisi occupazionali. Eppure, nonostante altrove esistano opportunità migliori, la maggior parte sceglie comunque di restare dov’è.

L’opinione pubblica sempre più favorevole a riforme

I segnali di un cambiamento generazionale sono evidenti:

  • Il 69% dubita che il duro lavoro garantisca stabilità economica.
  • Il 64% sostiene il reddito di base universale.
  • Il 34% indica l’instabilità politica/globale tra le principali preoccupazioni per il 2025.

Cosa significa: l'idea che il sacrificio individuale ripaghi con la sicurezza economica sta perdendo terreno, mentre cresce il sostegno a riforme economiche struttrali.

La tecnologia alimenta l’ansia

Anche l’innovazione tecnologica preoccupa i lavoratori:

  • Il 44% teme un impatto negativo dell'IA sul proprio lavoro entro i prossimi 3-5 anni.
  • Per il 5% dei lavoratori l'impatto negativo è già un fatto.
  • Solo il 12% sta investendo in formazione per prepararsi al cambiamento.

Cosa significa: i lavoratori sono sempre più preoccupati che le nuove tecnologie possano mettere a rischio il loro posto, ma solo in pochi si sentono davvero pronti o stanno facendo qualcosa per adattarsi.

Per richieste stampa, contattare Laura Viviani all'indirizzo laura.v@livecareer.it.

Metodologia

L'indagine si è svolta il 28 maggio 2025 su un campione di 1.000 lavoratori in Germania, Francia, Spagna e Italia. I partecipanti, contattati tramite Pollfish, rappresentavano diverse fasce d'età, settori, redditi e tipologie di lavoro. Il sondaggio, tramite domande a risposta multipla e su scala di valutazione, mirava a comprendere la pressione finanziaria, la sicurezza sul lavoro e la fiducia dei lavoratori nell'economia, analizzando le loro reazioni a inflazione, automazione e cambiamenti politici.

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