Autocertificazione curriculum: DPR 445/2000 art. 46-47

L'autocertificazione nel curriculum vitae è una dichiarazione con cui il candidato attesta la veridicità delle informazioni fornite, in conformità al Decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 28 dicembre 2000. Questa pratica è particolarmente rilevante nelle candidature per la Pubblica Amministrazione, dove l'assenza di tale dichiarazione può comportare l'esclusione dal concorso.

Anche se opzionale, la dichiarazione di autocertificazione può determinare l’esito della candidatura: non includerla potrebbe portare all’esclusione immediata dai concorsi. Ecco tutto quello che devi sapere su come inserirla correttamente nel tuo CV.

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Esempio di curriculum autocertificato

Cosa vuol dire curriculum autocertificato?

L’autocertificazione nel curriculum vitae è una dichiarazione formale che attesta la veridicità delle informazioni fornite. Con valore legale, viene richiesta nei concorsi pubblici o per ruoli che necessitano l’attestazione di qualifiche, esperienze e altre informazioni.

Quali dati possono essere autocertificati?

Secondo il decreto del Presidente della Repubblica 445/2000, i dati che puoi autocertificare nel CV includono:

• Dati anagrafici e stato civile: come data di nascita, cittadinanza e stato civile.
• Titoli di studio e qualifiche professionali: incluse iscrizioni a ordini professionali e corsi formativi completati.
• Situazione economica: informazioni reddituali e, se applicabile, partita IVA.
• Posizione giuridica: eventuali casellari giudiziali vuoti o altre informazioni richieste dal ruolo.

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Come inserire l'autocertificazione nel curriculum vitae?

È consigliabile posizionare l'autocertificazione alla fine del curriculum, utilizzando una delle seguenti formule standard:

Esempi di clausola di autocertificazione nel CV

• Il sottoscritto, consapevole che – ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000 – le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali, dichiara che le informazioni rispondono a verità.

• Ai sensi dell’art. 46 e 47 del DPR 445/2000, dichiaro che le informazioni inserite nel mio CV corrispondono a verità, essendo consapevole dell’eventuale applicazione dell’art.76 dello stesso articolo in caso di dichiarazione mendace.

• Consapevole che le dichiarazioni false comportano l’applicazione delle sanzioni previste dall’art. 76 del D.P.R. 445/2000, dichiaro che le informazioni riportate nel curriculum vitae corrispondono a verità.

Mentire sul curriculum: conseguenze legali

Mentire nel curriculum vitae non è solo una questione etica, ma può avere gravi conseguenze legali: Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. 

L’articolo 76 del D.P.R. 445/2000 stabilisce infatti la responsabilità penale per chi fornisce informazioni false o usa documenti non veritieri nelle dichiarazioni alla Pubblica Amministrazione. Se queste falsità servono per ottenere un incarico pubblico o un’autorizzazione, si rischia l’interdizione temporanea dai pubblici uffici o dalla professione. Anche presentare dati non più veritieri è considerato a tutti gli effetti un uso di atto falso, con il rischio di compromettere carriera e reputazione.

Ricorda di verificare ogni informazione prima di inviare il CV. Un errore, anche involontario, potrebbe mettere a rischio la tua candidatura. Fare una dichiarazione mendace in un’autocertificazione è un reato. Se nel tuo CV fornisci informazioni false, potresti incorrere in sanzioni disciplinari, fino al licenziamento per giusta causa. 

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